Gli italiani spendono più in azzardo che in cibo: il dato sorprendente

In Italia il tavolo verde batte la tavola apparecchiata. I numeri parlano chiaro: ogni anno gli italiani spendono in media più per il gioco d’azzardo che per il cibo confezionato. Si tratta di un paradosso che racconta molto del nostro Paese, dove le schedine, le slot e le scommesse muovono più denaro di pasta, biscotti, latte e conserve messi insieme.

Carrello spesa

Azzardo più forte del carrello

Il Largo Consumo Confezionato, cioè la spesa che comprende tutti i prodotti alimentari confezionati venduti nei supermercati, secondo un’analisi sugli acquisti dell’anno scorso effettuata da Nielsen Iq, vale circa 134 miliardi di euro. Il giro d’affari del gioco d’azzardo, invece, è salito a circa 136 miliardi. Due miliardi in più, non un divario enorme, ma sufficiente a mostrare quali siano le priorità economiche di tanti italiani.
Osservando queste cifre possiamo vedere un’Italia a due facce. Da un lato, le famiglie che devono fare i conti con rincari, carrelli sempre più leggeri e rinunce quotidiane; dall’altro, la macchina dell’azzardo che continua a crescere, attirando speranze di fortuna rapida e facile.

Gioco d'azzardo

Un segnale sociale

Che cosa significa tutto questo? Da una parte c’è la spinta del marketing e della tecnologia, con app e piattaforme online che rendono il gioco accessibile a chiunque, in qualsiasi momento. Dall’altra c’è la fragilità economica di chi, stretto tra bollette, mutui e stipendi che non bastano, tenta il colpo di fortuna per immaginare una via d’uscita.
Il dato non è solo economico, ma è anche culturale. Spendere più per l’azzardo che per mangiare racconta un cambiamento nelle priorità, o forse una difficoltà crescente nel distinguere tra bisogni reali e illusioni. E invita a riflettere su quanto il gioco, ormai, sia entrato nella nostra quotidianità con la stessa naturalezza della spesa fatta al supermercato.

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